La parrocchie di Poirino

 

Poirino

 PARROCCHIA S. Maria Maggiore (Capoluogo)
Piazza Italia, 6 - tel: 011.9450138

CHIESA DI S. MARIA MAGGIORE

Cenni storici

Dalla documentazione storiografica si evince che sin dalle origini della fondazione di Poirino, risalente al 1250, esisteva una Chiesa sotto il titolo di S. Maria del Porcile, cosiddetta per indicare quella parte di territorio denominato appunto Porcile di proprietà dei  conti di Biandrate, allora feudatari di tale zona. Le cronache riportano che la costruzione dell’attuale Chiesa di S. Maria Maggiore (come fu nominata  nel  XVIII secolo) ebbe inizio nell’anno 1442. Probabilmente fu eretta nello stesso luogo della precedente della quale  non è documentata l’ubicazione. La Chiesa fu consacrata il 13 aprile 1492 dal vicario dell’ arcivescovo di Torino, mons. Bernardino Vacca di Saluzzo. Le successive profanazioni effettuate dalle truppe militari francesi durante il conflitto per le pretese ereditarie del regno di Napoli e del  Ducato di Milano, imposero la sua riconsacrazione. Il 21  marzo 1593 mons. Vespasiano Grimaldi di Chieri asperse ed unse nuovamente la mensa dell’altare.

 Nel corso del XVIII secolo la Chiesa venne ulteriormente ampliata per ospitare le due cappelle laterali site a fianco delle porte di ingresso, come ipotizza il sacerdote prof. Baldassarre Brossa nel suo libro “Memorie di Poirino” del 1923. In tale periodo la struttura della Chiesa presentava tre navate, quattordici cappelle, sette su ogni lato  e disponeva di quindici altari, presenti tutt’oggi. Le numerose cappelle che ornano l’interno attestano come la popolazione, nelle sue varie componenti (nobili, corporazioni e confraternite),  nel corso dei secoli abbia sempre considerato la Chiesa come centro di riferimento della propria vita cristiana e ritenuto che tale luogo fosse l’ambiente ideale per la preghiera e per lo svolgimento delle funzioni religiose.

 

La facciata

L’attuale facciata realizzata su progetto dell’ing. Francesco Casabella, venne addossata a quella preesistente nel 1912. La precedente, in stile romanico con alcuni  accenni gotic,i fu sostituita da quella più imponente neoclassica arricchita da decori barocchi e da un rosone di chiara impronta ottocentesca. Sopra il portale si trova l’affresco del pittore Morgari raffigurante l’Annunciazione. Ai due lati estremi, oltre le porte laterali, vi sono   due nicchie che ospitano le statue di S. Antonio e S. Giuseppe dello scultore poirinese Stuardi.

In tale periodo fu anche eretta l’attigua casa parrocchiale con lo stesso motivo decorativo al fine di uniformare l’insieme e, allo stesso tempo, enfatizzare l’intero complesso.  

 

L’interno

Il decoroso arredo che oggi si può ammirare all’interno della Chiesa è il frutto di una serie di interventi che sono stati realizzati nel tempo con l’intento di completarla e di abbellirla.

L’altare maggiore in stile neoclassico con decorazioni barocche risale al 1820, anno in cui venne  sostituito il precedente fatto di mattoni  e sovrastato da un tabernacolo ligneo.  La sua realizzazione fu finanziata dalla Compagnia  del Suffragio con il ricavato del gioco del Tavolazzo di cui curava la gestione. Sull’altare svetta il pregevole crocifisso dello scultore Pietro Botto,   restaurato nel  2012.

Gli affreschi risalgono agli anni sessanta del XIX secolo.  Quelli che ornano le pareti dell’abside  sono  del pittore piemontese Roberto Bonelli, noto per la sua straordinaria capacità di passare con disinvoltura dall’affresco alla pittura su tela. In essi sono raffigurate alcune scene bibliche  relative alla vita della Vergine Maria (la deposizione di Gesù dalla croce, la presentazione al tempio di Maria, la visita a Elisabetta e l’adorazione dei Magi). Al centro, sulla parete del coro, la grande pala dedicatoria dell’Annunciazione, opera realizzata nel 1843 dal pittore savoiardo Jaques Guille. In essa si notano le tracce dell’influenza dell’Accademia Albertina, da lui frequentata  e, in particolare, il sapiente gioco di luci ed ombre con cui l’artista è riuscito a rendere la tensione emotiva dell’evento.

Gli affreschi della volta dell’abside (anch’essi del 1860-61, realizzati dal prof. Gatta  e dal prof. Bardellone ) raffigurano i quattro evangelisti. Quelli della volta centrale descrivono sei scene che sovrastano l’intera navata. In sequenza, partendo dall’altare: la martire S. Orsola (patrona di Poirino), la Santa infanzia, la propagazione della fede con Maria e i dodici apostoli, l’Immacolata Concezione, l’Assunta in cielo e il martirio di S. Stefano. Al centro di ogni arcata un medaglione all’interno del quale è raffigurato un Santo.

 

Al fondo delle due navate laterali, all’altezza del presbiterio, si trovano le due cappelle di maggior pregio della  Chiesa.

Sul lato sinistro la cappella del Santissimo Sacramento: l’altare, coevo di quello maggiore, fa da base a un’icona architettonica  molto complessa con doppie colonne, un timpano interrotto con due cherubini, preziosi marmi e bordini di marmo giallo di Ceva. All’interno della ricca cornice un quadro su tela raffigurante l’Ultima Cena del pittore savoiardo Felice Barucco, una originale rappresentazione che risolve il problema del limitato spazio con un intelligente sviluppo verticale della scena. Sulle pareti laterali due affreschi  raffiguranti il Sacrificio di Isacco (a sinistra)  e l’apparizione di Cristo  ad Emmaus (a destra). Le due opere non sono firmate ma lo stile, il volume delle forme e la tonalità dei colori consentono  di attribuirle verosimilmente al già citato Bonelli. 

Proseguendo verso l’ingresso seguono:

la cappella di S. Teresa del Bambin Gesù, oggi utilizzata come battistero, al centro la fonte battesimale   costituita da una elegante coppa in marmo bianco, sorretta da un fusto in pietra di Gassino  con   decorazioni  in rilievo; sulla parete, cinta da una cornice barocca, la tela del pittore Pirlato di Racconigi (1938) dedicata alla Santa;  

la cappella dell’Assunta, donata dalla famiglia Montafia, dal 1810 è curata dall’Associazione degli   Agricoltori; la nicchia settecentesca finemente evidenziata da una cornice dell’epoca, ospita la preziosa    statua lignea raffigurante la Vergine, scolpita dal torinese Perrucca (1808);

la cappella del Sacro Cuore è costituita da due vani, il più grande è sormontato da  cupolino decorato in stile    barocco; alla sommità delle colonne vi sono gli affreschi raffiguranti i quattro profeti maggiori (Isaia, Geremia,    Ezechiele e Daniele), sulle pareti tre pregevoli tele raffiguranti il Sacro Cuore, San Francesco, San Rocco e    Santa Margherita in preghiera, la Vergine dei sette dolori;

la cappella dell’Immacolata concezione ospita una scultura in gesso della Vergine Maria;

la cappella di S. Orsola, una interessante cornice con cenni neogotici e decori a intreccio di     ispirazione bizantina mette in risalto la tela del pittore Rodolfo Morgari (1853) dedicata alla martire;

la cappella dell’ex battistero, oggi utilizzata come confessionale, comprende una nicchia decorata con     motivi floreali di stile rinascimentale.

 

Sul  lato destro  la cappella del Suffragio (della metà del ‘700) che si impone con una massiccia e autorevole ancona in elegante marmo nero, in linea con la funzione penitenziale della cappella. La sua uniformità è sapientemente interrotta dai marmi bianchi  dei capitelli di scuola lombarda, del  cartiglio e delle basi.   All’interno la tela più antica della Chiesa (1634, più volte restaurata) che raffigura la Madonna col Bambino ai cui piedi vi sono inginocchiati San Francesco nell’atto di porgere il proprio cordone alla Madonna e Santa Caterina con le braccia incrociate in atteggiamento di preghiera. La corona in testa alla Santa, il suo ricco abbigliamento e le due spade ai suoi piedi stanno a indicare rispettivamente le sue nobili origini e il martirio da lei subito.

Proseguendo verso l’ingresso seguono: la cappella di S. Antonio da Padova un tempo appartenuta alla facoltosa famiglia poirinese dei Zapata e da questa poi ceduta  alla Congregazione dei Signori Ecclesiastici; sopra l’altare un interessante quadro mostra la Madonna che sta porgendo il Bambino a S. Antonio. Particolarmente apprezzabile per la sua originalità e la sua dolcissima umanità è il volto di Maria che costituisce senza dubbio la parte più pregevole dell’opera;

la cappella di S. Agata della Società dei Tessitori di cui la Santa è patrona; il quadro donato    dall’industriale Giovanni Melano è firmato da Roberto Bonelli; raffigura la Santa con le tenaglie in mano,    strumento    utilizzato nel suo martirio per privarla dei seni, e S. Aventino,  entrambi con lo sguardo rivolto    all’Assunta;

la cappella della Consolata  un tempo appartenuta alla famiglia Maina, dal 1910 dedicata alla vergine   Consolata  che è raffigurata in una litografia sopra l’altare. La Madonna con il Bambino incoronati   riproducono la tradizionale immagine che è conservata nel Santuario della Consolata di Torino;

la cappella di S. Elisabetta in origine dedicata a S. Stefano, dal 1613 trasferita alla Compagnia delle    Umiliate che, ispirate dall’amore caritatevole della Santa, ne praticarono la venerazione. Il quadro   dedicatorio è stato realizzato nel 1728 da un pittore il cui nome non è noto;

la cappella di S. Defendente fino al 1700 di proprietà della famiglia Bosco, dal 1703 dedicata a S.   Defendente patrono dei negozianti di grano e dei vetturali.  Il Santo nella tela del pittore torinese Jacopo

Arnaud del 1826  è ritratto con l’armatura da guerriero per ricordare le sue origini di militare romano martirizzato   per non avere voluto rinnegare il Cristianesimo;

la cappella di Maria Ausiliatrice, realizzata alla fine del XVII secolo, appartenne alle famiglie Bosco e   Sclaverano che la dedicarono a S. Lucia sino agli ultimi decenni del ‘600. Fu ricostruita nel 1772 dalla   Corporazione dei calzolai che a partire da tale data  ne amministrarono l’uso.  Dal 1919 la cappella è   dedicata a Maria Ausiliatrice. La nicchia sopra l’altare  ospita la statua in gesso della Madonna col   Bambino. Sullo sfondo l’intera parete è decorata in stucco fino all’altezza del piano dell’altare. Si può   ammirare la pregevole opera dei fratelli Boasso che riproduce la suggestiva   visione   apocalittica di Giovanni e dei suoi simboli: le tre sante sulla destra, la schiera di martiri sulla sinistra, il   tabernacolo a forma di libro (i sette sigilli), l’agnello (il sacrificio di Gesù), la testa della bestia satanica, i   quattro cavalieri dell’Apocalisse (nel cielo), i cerchi del paradiso alla sommità della cupola.

L’organo e la cantoria

Al fondo della  Chiesa, sopra il portale d’ingresso si trova la monumentale balconata lignea  della cantoria finemente sculturata in bassorilievo. Sulla parete si erge la struttura a cinque finestre che ospita le canne dell’organo. Su di essa due angeli ai lati e una serie di amorini suonanti al centro.   Il  complesso musicale risale al 1884 e la sua decorazione all’anno successivo.

 

Poirino

PARROCCHIA S. ANTONIO (fr. Favari)
Piazza Don Fassino, 8 - tel: 011.9451391

La prima notizia certa dell’esistenza di una Cappellania nella frazione dei Favari del comune di Poirino, risale al 2 giugno del 1837 quando l’arcivescovo metropolita di Torino Luigi Fransoni autorizzò con decreto l’erezione del luogo di culto e la celebrazione eucaristica in occasione della festa di S. Antonio.

La cappella inizialmente aveva la struttura classica degli edifici votivi ed era costituita da un’unica aula a  sviluppo longitudinale e da una volta a sesto ribassato nella navata destinata ai fedeli e a crociera sopra il presbiterio.

La cappella rimase sotto la giurisdizione della parrocchia di S. Maria Maggiore di Poirino sino al 3 ottobre del 1958 allorché, a seguito della supplica della popolazione del luogo, l’arcivescovo card. Maurilio Fossati la eresse a Chiesa territoriale.

Nel corso degli anni ‘50 del secolo scorso la Chiesa venne ampliata per ospitare l’accresciuta popolazione della frazione e assunse l’aspetto che ha tutt’ora.

La facciata della Chiesa, realizzata nello stesso periodo con l’intento di riprodurre lo stile romanico-lombardo, costituisce  la parte architettonica più interessante ed è l’unico lato della Chiesa visibile dall’esterno in quanto essa è inserita in un complesso di fabbricati relativi alla casa parrocchiale e all’attiguo circolo ricreativo.

All’interno la navata centrale è delimitata dai pilastri laterali della Chiesa precedente e termina con un arco trionfale all’altezza dell’abside sopra la quale la volta a crociera si distingue da quella a sesto ribassato del tratto precedente, per enfatizzare artisticamente la solennità del presbiterio. Le due navate laterali , meno elevate e di aspetto più semplice, sono coperte da solai piani.

Le decorazioni sono prevalentemente limitate alla tinteggiatura che viene interrotta da una cornice di  impronta classicheggiante. All’interno di tale cornice si notano la stella di David circondata dalle stelle, l’Agnus Dei e, sui fianchi, delle croci lobate. Nella volta a crociera sopra abside sono raffigurate le  quattro Virtù Cardinali. Sulla parete dietro l’altare si trova la tela dedicatoria raffigurante S. Antonio in adorazione del Bambino Gesù.  La navata centrale è ulteriormente arricchita da decori architettonici verticali realizzati sui pilastri che la delimitano. I vari elementi compositivi dei  riquadri sono messi in risalto da un armonioso accostamento di colori.

 

Poirino

PARROCCHIA NATIVITA' BEATA VERGINE (fr. Marocchi)
 Via Marocchi, 23,  - tel: 9450202

Notizie storiche

Nell’interessante volumetto pubblicato nel dicembre 2014 in occasione del centenario della Chiesa è descritta la storia degli edifici di culto marocchesi.

Si apprende cosi che già nel  Settecento nella zona di Borduaglio (località in cui è sita l’attuale chiesa) era presente una cappella che nel corso dei secoli fu più volte demolita e ricostruita a seguito delle devastazioni subite. Una lapide in marmo murata nella cella al piano terra del campanile attesta che nel 1700  la cappella fu sottoposta a radicali restauri per assumere sempre più l’aspetto di una vera e propria chiesa, come ambivano gli abitanti del luogo. In essa, fino al 1845, ebbero luogo celebrazioni liturgiche in occasione dei funerali dei residenti e della solennità della Natività.

 Della vecchia cappella, nota con il nome di Santuario di Borduaglio, si conoscono le dimensioni (11x5x6 h m), si sa che disponeva di campanile, che aveva una piccola porta d’ingresso con un solo battente ai cui lati vi erano due aperture munite di grate, tre finestre sui due lati maggiori e che ad essa era collegata una casa adibita ad alloggio per il sacerdote che prestava il suo servizio. 

Nell’ultimo decennio dell’Ottocento su iniziativa del cappellano don Bartolomeo Burzio e dei fratelli Avataneo,  nacque il progetto di costruire una nuova chiesa.  Il 22 giugno del 1913 venne posata e benedetta la prima pietra del pilastro della facciata verso i Marocchi. Nel cavo della pietra furono inseriti i nomi del Re, del Papa, del Vescovo, del Sindaco e dei  Sacerdoti promotori dell’iniziativa. Sotto l’attenta direzione del cappellano i lavori  procedettero speditamente. Gli arredi della precedente cappella furono trasferiti nella nuova costruzione che, in tale occasione, fu dotata di 28 nuovi banchi acquistati a spese di don Burzio.

Il  14 gennaio del 1914 con una solenne cerimonia la chiesa venne benedetta da  S.E. mons. Bartolomasi. Nel corso degli anni venti l’ampliamento della frazione conseguente alla crescita della popolazione indusse il canonico marocchese Pietro Avataneo a iniziare il lungo e complesso iter burocratico per ottenere il riconoscimento parrocchiale. Il 6 febbraio 1928 il cardinale Giuseppe Gamba firmò il decreto che sanciva l’erezione della nuova parrocchia. Nel 1932 il primo Parroco don Giuseppe Bava fece costruire la nuova ala della casa parrocchiale. Una lapide sita nel Battistero ricorda la data della  consacrazione della chiesa celebrata dall’arcivescovo di Torino  cardinale Maurilio Fossati il 6 settembre 1936.

La nuova Chiesa

La severità dello stile architettonico romanico riprodotto sulla facciata e sui lati della Chiesa è attenuata e ingentilita dai pinnacoli sopra le colonne della facciata, dall’ornamento architettonico a cuspidi rovesciate sotto il tetto e dai disegni a forma di croce che contornano le finestre laterali.

Il suo interno è caratterizzato da decorose decorazioni geometriche realizzate nel 1924 e da arredi in parte provenienti dalla vecchia cappella, tra cui la grande tela, di pittore ignoto, raffigurante la nascita di Maria Vergine con S. Anna e S. Gioacchino. Sopra l’altare la pala dedicatoria della Natività di Maria risalente a data più recente.

L’orchestra sopra il portale d’ingresso è stato realizzato nel 1940.

 

Poirino

PARROCCHIA B.V. CONSOLATA e S. BARTOLOMEO (fr. La Longa)
 Cascina La Lunga 77  - tel: 9450087

Notizie storiche

L’attuale chiesa della Beata Vergine Consolatrice sorge nel luogo in cui nel 1813 fu eretta la cappella fatta costruire dall’intendente Antonio Ospizio Arduini accanto alla sua cascina denominata “La Lunga”. Poco si sa sulla vecchia cappella per la scarsità di documenti presenti in archivio. Uno di questi attesta che nel 1828 l’arcivescovo di Torino Colombano Chiaverotti autorizzò con decreto l’erezione  della Via Crucis.

Nel 1880 la pia signora Agnese Arduini ved. Strada  fondò il  beneficio parrocchiale di Maria SS. Consolatrice di Poirino,  che costituì il primo passo della lunga procedura prevista per la nascita  della parrocchia.  La richiesta di erezione fu indirizzata alla Curia vescovile di Torino e al Comune di Poirino e fu motivata dalla necessità di superare il gravoso onere a cui erano sottoposti  i  vecchi,  i convalescenti e i bambini per raggiungere,   specie in inverno, la Chiesa parrocchiale di S. Maria Maggiore di Poirino, stante l’impraticabilità delle strade e la mancanza di ponte sul Rio verde.

Il 7 settembre dello stesso anno l’arcivescovo Lorenzo Gastaldi firmò il decreto che sanciva l’erezione della chiesa parrocchiale, lo  scorporo  da quella di S. Maria Maggiore e i relativi confini territoriali.

Il 5 ottobre del 1881 il prevosto don Vincenzo Gaude, delegato arcivescovile, benedì la Chiesa affidandola alle cure del primo priore  teol. don Luigi Spandre. Nel 1883 con il concorso del Comune e la generosa partecipazione della popolazione, la Chiesa fu provvista di nuovo campanile a tre campane in sostituzione del precedente malridotto,   a due campane che il trascorrere del tempo aveva reso pericolanti e messe fuori uso. Nel 1905 l’edificio di culto fu sottoposto a lavori di ampliamento  per ospitare l’altare della Consolata e la statua di S. Antonio Abate. Trent’anni dopo fu realizzato l’Oratorio attiguo alla Chiesa.


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