Poirino
Un futuro alla chiesa dello Spirito Santo

Omelia 42° morte del venerabile Silvio - 26/09/2021

Sintesi del lavoro fatto
“Lasciamoci stimolare dai segni di santità che il Signore ci presenta attraverso i più umili membri del popolo di Dio”.
La lettera di papa Francesco sulla santità cristiana c’incoraggia a superare la tentazione del pessimismo e della rassegnazione in questi tempi difficili e lo fa richiamandoci al più grande ideale: la santità.
Questo è un tema stimolante per la nostra parrocchia. Le spoglie mortali del venerabile Silvio Dissegna nella nostra chiesa sono un richiamo costante alla santità e una risorsa per la pastorale e la catechesi. Aiutano la nostra comunità a pregare. Molti, infatti, si fermano quotidianamente in meditazione davanti a lui, cercando un momento di pace e di ripresa, di tranquillità e di affidamento. La vicinanza di Silvio lo fa sentire uno di noi. La grazia della sua vita è una missione per la nostra parrocchia.
Ogni ultimo mercoledì del mese, ci raccogliamo in preghiera (alle 20,45) per rivivere nell’adorazione il carisma che la Provvidenza ci affida, attraverso la sua testimonianza eroica.
Di Silvio ricordiamo per lo più il modo con cui ha affrontato il dolore. La sua preghiera, pronunciata più volte nel drammatico tempo della malattia: “Signore, io credo che tu mi vuoi bene” , è una prova estrema di fede. Ci sono mali inguaribili che possono essere portati in comunione con la croce di Cristo, per il bene e la salvezza del mondo.

Ricordare Silvio per il modo con cui ha affrontato la sofferenza è, quindi, fondamentale, ma è troppo poco.
Anzi, per alcuni versi, è fuorviante.
Se questo ragazzo fosse solo un campione nel soffrire, lo potremmo imitare solo quando incappassimo nella sventura. Ma ognuno spera che questo non gli capiti mai. Tutti preghiamo di essere liberati dalla disgrazia. Come potrebbe allora la sua vita diventare un modello?
In che cosa, invece, Silvio può diventare un esempio per tutti, soprattutto per chi è nel fulgore della vita, come i nostri adolescenti, suoi coetanei nel suo ultimo arco di vita?
Qual è, di conseguenza, il fascino della sua virtù eroica che la parrocchia, che ha il dovere di presentare ai giovani poirinesi?
Silvio è un campione di coraggio, ha lottato fino all’ultimo, non si è mai rassegnato.
Ha assimilato il carattere deciso, determinato di Gesù, che mai si è fermato davanti alle sfide.
Quando ha trovato la strada sbarrata alla sua voglia di vivere, questo ragazzino non si è fermato.
Ostinatamente ha cercato oltre, ha portato alle estreme conseguenze la volontà di dare significato alla sua esistenza, fino al suo limite.
Pur vedendo avanzare la morte, la sua voglia di vivere non si è arresa. È diventata anzi fiducia irremovibile nella vita eterna, desiderio ardente di paradiso.
Anche quando si è visto costretto all’immobilità, non ha provato alcun sussulto di infelicità, nessun complesso di inferiorità verso chi continuava a essere in forza.

Silvio non è nato per soffrire, è nato per combattere.
La sua virtù è il coraggio e la determinazione
A un certo punto, gli divenne chiaro che sarebbe stato sconfitto ma non si è dato per vinto. Ha continuato a credere di essere lui, il vincitore. E noi lo veneriamo così: un lottatore. Così lo presentiamo alle ragazze e ai ragazzi della cresima: modello del “soldato di Cristo” (come si diceva al tempo in ci Silvio andava al catechismo). Non perché riconosciamo qualche valore alla guerra ma perché, per tutti e in ogni età, sappiamo che la vita è lotta, a volte atroce e lancinante, fino all’ultimo respiro. Lo afferma anche il rito del battesimo, che ricorda al credente che tutta la vita: “dovrà lottare contro lo spirito del male”.
La vita è fatta per i forti (nello spirito e nella volontà). Non sono le difficoltà che rendono l’esistenza umana indegna di essere vissuta ma la rassegnazione, la fuga dalla lotta e dalla realtà. Lo diceva Gesù agli indecisi: «Nessuno che ha messo mano all'aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio».
È chiaro allora il carisma che la grazia di Silvio affida alla nostra parrocchia: credere nei ragazzi, affidare loro missioni coraggiose, invitarli alla decisione e alla riscossa.

Decisioni operative
Il carisma di Silvio ci impegna in almeno tre direzioni:
1. La nostra parrocchia, ricordando Silvio, s'impegna in particolare sulla età fondamentale e critica della cresima e del dopo-cresima.
2. Ci impegniamo a individuare percorsi di accoglienza e di sostegno verso pre-adolescenti che vivono condizioni di particolare disagio o sfferenza e verso le loro famiglie.o
3. Intensificare il progetto educativo del nostro oratorio, facendo ai giovani proposte coraggiose e impegnative, senza colludere con la mediocrità, convinti che l'adolescenza è l'età dell'eroismo, perché quando si intravede un idea le convincente si è disposti al dono di sé più che in ogni altra età.